In una delle mie normali “botte di pazzia”, questa mattina ho accettato di tenere una presentazione pro bono agli studenti di un Liceo Milanese circa l’evoluzione dell’economia e le prospettive lavorative per i giovani. Un’esperienza elettrizzante, per vari motivi:
a) Ho incontrato in sala una resistenza NOTEVOLE ad accettare il fatto che l’economia sta cambiando e che la globalizzazione ha reso il sistema economico completamente diverso. Il guaio e' che non mi sono messo ad illustrare, come mio solito, teorie davvero strampalate e futuristiche, ma ho descritto gli eventi come sono oggi, insomma le cose che ormai chiunque lavori conosce bene: la Cina, l’India, la perdita di competitivita' dell’azienda Italia, i problemi del sistema pensionistico, la necessita' che il collaboratore d’azienda o dipendente si dia da fare per essere competitivo sul mercato del lavoro, ecc.
La cosa mi ha fatto capire qualcosa di molto importante: che il nostro sistema scolastico, seppur retto da persone spesso volenterose e dedicate, di fatto vive una grande distanza dalla scena economica generale. E’ mai possibile, mi chiedo, che mentre il governo inglese sta prendendo in considerazione l’idea di insegnare l’informazione sulla previdenza nelle scuole, noi si possa lasciare gli studenti di oggi a digiuno dei concetti fondamentali di economia? Non sono forse questi, quelli che determineranno, almeno in parte, il loro successo futuro? Non sto parlando di filosofia, ma dei fondamenti della sopravvivenza, delle leggi che regolano il denaro e come si fa a guadagnarlo, dell’importanza dell’eccellenza, dei rapporti umani come cardine del business e del fatto che molta della crisi che accade oggi non e' da attribuire solamente agli “imprenditori che sono dei demoni e che vogliono precarizzare il lavoro” ma dal fatto che, a meno che ognuno di noi faccia qualcosa, una parte del paese andra' verso il declino.
Se non insegniamo e non trattiamo queste cose nelle scuole, al punto che i ragazzi di 18 anni sono ancora a digiuno di questi argomenti, mi viene da pensare, non e' che finiamo per creare “la prossima generazione di precari”?
b) Nonostante le mie critiche di cui sopra, devo ammettere che esistono all’interno del sistema scolastico anche delle gran persone, spesso poco valorizzate ma che hanno fatto dell’insegnamento la loro bandiera. Uno per tutti: il Prof Christian Bonfanti, una persona che i valori non solo li insegna, ma li vive. Il sistema scolastico dovrebbe prevedere dei veri sistemi premianti, di modo che per gli insegnanti che eccellono lo svolgimento di questa professione non sia solo occasione di soddisfazione intangibile ma anche tangibile, sotto il piano economico.
c) Degli studenti quello che ti colpisce e' vedere la loro purezza sotto il piano dei valori: sono persone non ancora “bollite” come molti di noi e che hanno quindi ancora il coraggio di perseguire con decisione i valori, posseggono la forza di porre delle domande del tipo “ma perche' le cose non potrebbero essere diverse, non e' giusto che siano cosi'…”. Che peccato che il nostro sistema non le prepari adeguatamente a cio' che incontreranno quando usciranno dalla scuola. Che peccato che la politica non si imponga di trasferir loro ANCHE i principi dell’economia, della professione. Non saranno forse queste le cose con le quali si troveranno a dover convivere per i successivi trent’anni?
Quest'ultima, per quanto la cosa possa sembrare assurda, e' pero' anche una responsabilita' di noi imprenditori che dovremmo cercare di essere parte piu' attiva nel mondo scolastico. Lasciando perdere le questioni di ordine morale (sarebbe giusto farlo, sarebbe un modo di restituire alla societa' quello che abbiamo avuto, ecc, ecc) che non sono del tutto trascurabili, rimarrebbe comunque il fatto che le persone che sono oggi nella scuola, sono davvero il futuro della nostra societa'. Come possiamo pensare di competere, di eccellere, di innovare, se tralasciamo l’istruzione di chi dovra' darci una mano?
d) Un ultimo nota per gli studenti. Io credo che sia possibile coniugare il successo economico con il perseguire i propri valori. I miei consigli personali:
- Stabilisci delle mete importanti per la tua vita e perseguile. Anche se all’inizio tu dovessi incontrare delle difficolta' (le incontrerai, stai tranquillo) avere una meta ti dara' l’energia per andare avanti e continuare a provarci. Se non ti poni tu delle mete, sappi che saranno altri a farlo per te (la societa', le aziende, il sistema) e, non solo non riuscirai a sfondare a livello professionale, ma condurrai anche una vita meno appagante.
- Sviluppa ottimi rapporti interpersonali. Ricordati che nel mondo del lavoro oggi si fanno strada le persone che hanno sia competenza tecnica che competenza relazionale. I lavori migliori, le occasioni migliori vengono attratte in modo magnetico dalle persone che sanno eccellere nei rapporti con gli altri. Sii empatico, disponibile, friendly.
- Quando entrerai nel mondo del lavoro, ricordati che il metodo migliore per ottenere il lavoro dei sogni e fare dei passi avanti e' quello di eccedere le aspettative altrui. Cerca di fornir sempre un risultato migliore di quello che si aspettavano le persone che te lo hanno commissionato. Presto o tardi la tua professionalita', disponibilita' e fantasia verra' notata e premiata. Chi ti dice che non e' in questo modo, non ti sta raccontando la storia vera ma sta solamente cercando di giustificare i propri fallimenti e le proprie frustrazioni.
- E, come ultima cosa, per favore rifletti sull’economia, indaga, cerca di capire come vanno le cose, che cosa differenzia la persona che riesce ad ottenere il lavoro dei sogni e condurre anche un’esistenza appagante e prospera da quelle che non ci riescono. Sarai sorpreso da quello che scoprirai. Avrai fatto un balzo in avanti non solo nella conoscenza del mondo del lavoro, ma verso la conoscenza del vero te stesso.
Un ringraziamento a Nicola Pozzati e al comitato di autogestione per avermi dato la possibilità di intervenire.
Paolo Ruggeri
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